Il nuovo secolo
Allo scoccare della fine del secondo millennio, considerato che il basket giovanile da qualche stagione sembrava avviato ad un tracollo ormai irreversibile, nonostante gli apprezzabili intendimenti alla ricerca costante e continua di rivitalizzare i vivai, la società decise di intraprendere alcune iniziative per cercare di risolvere questa profonda crisi.
In tal senso fu avviata la stesura di programmi, progetti e strategie per riuscire a promuovere e propagandare nelle scuole del territorio orvietano il gioco della pallacanestro, al fine di incrementare il settore giovanile.
Parallelamente ed in piena autonomia, nella consapevolezza che la società potesse contribuire al conseguimento di comuni obiettivi in materia di educazione sportiva e non solo, venne proposta ad alcune istituzioni presenti sul territorio dei Comuni di Bagnoregio, Lubriano, Castiglione in Teverina e Civitella d’Agliano, una collaborazione per la propaganda e lo sviluppo della pallacanestro; ed inoltre, la conoscenza sia dal punto di vista turistico che culturale, di alcune delle più caratteristiche zone dell’Alta Tuscia.
Tali iniziative non ebbero alcun risultato positivo in termini di reclutamento, ma sicuramente avviarono una serie di incontri che fecero conoscere la qualità della società, le attività svolte e gli obiettivi raggiunti.
La società, nonostante le difficoltà scaturite a seguito della retrocessione in serie B nella stagione 1999/2000, provvide ad assolvere gli obblighi previsti dai regolamenti federali disputando un campionato giovanile ed un Trofeo.
Fu tempo di bilanci per l’Azzurra Orvieto, società che da tempo teneva alto nell’Italia del basket il nome della città del Duomo. Angelo Bondi lasciò, per motivi di lavoro, la panchina dell’Azzurra. La squadra, che disputava il campionato nazionale di serie B, venne affidata al vice Andrea Baleani, giovane coach viterbese con all’attivo già molte significative esperienze sia in campo maschile che femminile. La squadra di quella stagione aveva le carte in regola per puntare in alto e lottare per l’unico posto a disposizione per risalire in A2.
La dirigenza orvietana preferì puntare sul nucleo storico che già si era ben comportato nella precedente stagione confermando quasi tutte le giocatrici, aggiungendo qualche tassello ad un mosaico già in grado di fare un’ottima figura.